Parsifal
Cast
Amfortas | Franz Grundheber |
Titurel | Franz-Josef Selig |
Gurnemanz | Matti Salminen |
Parsifal | Plácido Domingo |
Klingsor | Nikolai Putilin |
Kundry | Waltraud Meier |
Gralsritter | Ferdinand Seiler |
Jewgeni Nikitin |
Gallery
Reviews
Parsifal
Amfortas | Franz Grundheber |
Titurel | Franz-Josef Selig |
Gurnemanz | Matti Salminen |
Parsifal | Plácido Domingo |
Klingsor | Nikolai Putilin |
Kundry | Waltraud Meier |
Gralsritter | Ferdinand Seiler |
Jewgeni Nikitin |
Parsifal, la fiaba dell’ iniziazione
Gérard Mortier esce prima che Parsifal cominci. E a un pubblico che ascolta in silenzio dice come questo Parsifal fosse il sogno di Sir George Solti e che ringrazia pertanto Valery Gergiev di realizzarlo, ringrazia Valerie Solti di essere venuta. Applausi. Ci sono dieci minuti di un film che riprende Solti durante le prove del Fidelio. Applausi, alla fine. Gergiev sale sul podio. Comincia l’ avventura di quella cosa straordinaria, eccitante che è il Parsifal di Wagner. Perfino Debussy, che da un certo momento della sua vita s’ impose di detestare Wagner, dimenticando ciò che gli doveva, salvava però questa partitura, la più “libera”, scrisse, che sia uscita da penna di musicista. E il programma salisburghese riporta le parole di Debussy. Ma che cos’ è Parsifal? Innanzitutto una bellissima fiaba. Quella dell’ adolescente puro e inconsapevole che trasforma il mondo, e trasformandolo prende coscienza di sé. E’ quasi la traiettoria modello di ogni fiaba, la via di ogni iniziazione, come ha dimostrato il russo Vladimir Propp nella sua Morfologia della fiaba. E anche Gergiev è russo. La sua interpretazione è tra le più sconvolgenti che si possano ascoltare. Anche se la prospettiva con cui guarda alla partitura è tra le più semplici: resta fedele alla lettera, prende tutto alla lettera ciò che Wagner scrive, con le parole e con la musica. Ecco quindi che la vicenda si snoda con una meravigliosa naturalezza, la musica fluisce con incontenibile irruenza. E’ una lettura densa, intensa, piena di contrasti, di colori, di sfumature, ma tutto procede con immediata suggestione, con delirante interiorità. Ed ecco la mente s’ illumina: Parsifal ha un fratello russo, è il principe Myskin dell’ Idiota di Dostoevskij. Nessuno quindi più di un russo, oggi, può penetrarne il segreto. Gergiev questo segreto lo conosce. E’ l’ intelligenza messa al totale, integrale servizio della sensibilità, dell’ emozione, della fantasia, della libertà. Ed è un trionfo. Anche perché a cantare sono due mostri di bravura come Placido Domingo e Waltraud Meier. L’ ascoltammo la prima volta 15 anni fa a Bayreuth, la Meier, come Kundry. Resta la Kundry più grande che ci sia. E Domingo è un Parsifal commovente, intensissimo. Ma come dimenticare il Gurnemanz di Matti Salminen, l’ Amfortas di Franz Grundheber, il Klingsor di Nikolai Putilin, l’ orchestra dei Wiener, il Coro dell’ Opera di Vienna? I lunghissimi applausi per tutti, alla fine, sono meritatissimi. I sobri movimenti e le luci discrete (nero il Gral, rosso il castello di Klingsor, verde il bosco del ritorno di Parsifal) di Joachim Rathke aiutano l’ ascolto: la Meier veste di nero al primo e al terzo atto, è tutta gialla nell’ atto centrale della seduzione. La sera prima, il Ratto dal Serraglio di Mozart. Un’ altra fiaba, che il regista libanese Francois Abou Salem racconta con affascinante semplicità, mettendo in scena non più un oriente di cartapesta, ma quello vero del Medio Oriente di oggi. La storia mozartiana riacquista tutta la sua verità. E’ lo scontro, più che l’ incontro, di due mondi. E allora come oggi i due mondi non si capiscono. Costanza rinuncia all’ amore del pascià per Belmonte. Il pascià resta solo, e si consola abbandonandosi all’ illuminazione mistica sufi della danza dei dervisci. E’ l’ interiorità a vincere la sofferenza dell’ esteriorità che trionfa. Splendida l’ interpretazione dell’ attore Akram Sillawi. Christine Schfer, Konstanze, Paul Groves, Belmonte, Franz Hawlata, Osmin, Malin Hartelius, Blonde e Andreas Conrad, Pedrillo, bravissimi. Marc Minkowski dirige con penetrante pulizia l’ orchestra del Mozarteum.
DINO VILLATICO | 05 agosto 1998