Parsifal, regia rigorosa ma qualcuno stecca

Sulla strada di Bayreuth, Daniele Gatti celebra il rito del Parsifal nel “tempio laico” dell’ Accademia di S.Cecilia. E del rito il capolavoro estremo di Wagner assume le inesorabili cadenze: l’ esasperata lentezza dell’ incedere, la statica cerimonialità del canto d’ insieme, la ieratica fissità del canto solistico. Coerente, dunque, la visione direttoriale, più discordi gli interpreti: un gradino sopra gli altri Georg Zeppenfeld (Gurnemanz): voce ferma e ben timbrata, fraseggio preciso ed elegante. Evelyn Herlitzius (Kundry) possiede una declamazione efficace, ma nelle parti cantabili il timbro risulta a volte aspro o sfocato. Simon O’ Neill (Parsifal) è sicuro e squillante. Lucio Gallo (Klingsor), a dispetto di una teatralità un po’ esteriore, mantiene una linea di canto impeccabile in ogni registro. Straordinariamente ben preparati i due cori “di casa” (voci adulte e voci bianche), buona la prova dell’ Orchestra di S.Cecilia: a tratti imprecisi gli attacchi degli ottoni, morbidi, e sensibili agli scarti dinamici, gli archi, solido e compatto l’ insieme.

GUIDO BARBIERI | 21 gennaio 2008