Parsifal

Bertrand de Billy
Coro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio “G. Verdi”
Coro e Orchestra del Teatro Regio di Torino
Date/Location
26 January 2011
Teatro Regio Torino
Recording Type
  live  studio
  live compilation  live and studio
Cast
AmfortasJochen Schmeckenbecher
TiturelKurt Rydl
GurnemanzKwangchul Youn
ParsifalChristopher Ventris
KlingsorMark S. Doss
KundryChristine Goerke
GralsritterMatthias Schulz
John Paul Huckle
Gallery
Reviews
theoperacritic.com

Richard Wagner’s masterpiece Parsifal is a challenge for any orchestra and requires complete understanding between the conductor and all the orchestra members. An understanding that conductor Bertrand De Billy and the orchestra of Turin’s Teatro Regio seem to have achieved given the outstanding outcome of their work with De Billy being rapturously received at the end of the performance.

The production from Naple’s Teatro San Carlo was also a happy choice, as the visual side supported the music and the singing, something that does not always happen with Wagner’s operas. Stage director Federico Tiezzi with assistant Francesco Torrigiani guided the singers to act naturally, in contrast with the abstract setting by set designer Giulio Paolini, who surrounded the community of the Grail knights with white columns in a desert setting provided by the empty stage. Especially compelling was the setting of the second act with Klingsor’s garden represented by colorful mobile sets, which suddenly collapsed at the end when the enchanted garden disappears.

The knights and the flower maidens wore colorful, vaguely oriental costumes. In the last act the knights, having grown old during Parsifal’s absence, wore long white gowns, which they later tore open to show their original costumes again as Parsifal performs the rite of the Grail. The singers were also up to the task. Tenor Christopher Ventris in the title role was perhaps more compelling in the third than in the first act, but this is frequently so in Parsifal, an opera in which the main character should start out as a teenager but still have the voice of a Wagnerian tenor. Bass Mark S. Doss, an audience favorite in Turin where he has returned regularly over the last few seasons, was an impressive Klingsor and bass Kwangchul Youn was an authoritative Gurnemanz. Somewhat less convincing was Christine Goerke as Kundry: the soprano mastered the middle register without effort, but lost control at the top towards the end of the second act.

The high musical level of the performance was reflected in the deep concentration visible in the audience, as well as in the warm applause at the end.

Silvia Luraghi | Teatro Regio di Torino 6 February 2011

piazzascala.altervista.org

Bondi ce l’ha fatta ed è contento. Ce l’ha fatta per poco ed anche perché qualcuno  non è stato coerente con le sue dichiarazioni. Gli Enti lirici, certo, non hanno potuto che prenderne atto. Serve a tutti questo esito: a chi ha gestito la cultura, non solo musicale, nei decenni trascorsi; ai sindacati, a chi lavora ancora in teatro. Serve anche lo striscione che ricorda l’art. 9 della costituzione e che è stato citato da Walter Vergnano prima che risuonassero le note dell’inno nazionale che ha preceduto il Parsifal torinese. Un inno seguito ed applaudito, dal pubblico in piedi. Qualcuno lo ha anche cantato, anche se non a squarciagola.

Walter Vergnano può essere contento anche per il successo pieno, quasi trionfale, senza ombre che ha accolto l’opera wagneriana, diretta  e concertata da Bertrand de Billy, acclamato alla fine del secondo atto, al suo apparire per iniziarlo e poi al termine. In effetti questo Parsifal ha dimostrato che Wagner è amato dal pubblico torinese, ma anche che con un uomo alla guida di una splendida orchestra, quale si è dimostrata quella del Regio di Torino capace di creare il clima giusto, dotato di capacità non comuni e quindi dimostrando tutta la sua bravura, può portare questa compagine di seri professionisti a risultati eccellenti.  Difficilmente si è potuto ascoltare un suono così delicato nel primo atto, ma anche in grado di sottolineare il leitmotiv quando doveva suonare forte e far emergere i diversi aspetti della vicenda.

Bravissimi i violini primi e secondi: senza sbavature le viole ed i violoncelli, da applausi i contrabbassi ed anche il corno inglese, strumento complicato e che sempre crea problemi. Controfagotto, trombe, tromboni in grande evidenza; tutti però meriterebbero citazioni Oboi di grande livello. Flauti e clarinetti, perfetti. Il finale ad esempio è stato suonato splendidamente, meglio che a Vienna quando udii un’incertezza plateale, anche se chi suonava era un wiener philharmoniker. Accanto alla compagnia dei professori, c’era anche un coro sempre più straordinario. Quello delle voci bianche è stato sublime, appartiene al Regio ed al Conservatorio Giuseppe Verdi: Claudio Fenoglio ha compiuto un lavoro eccellente. Con tutti. Parsifal era Christopher Ventris e non solo non ha deluso, ma ha cantato senza incertezze, raccogliendo un successo che è andato oltre la stima. Poi che ci siano stati Parsifal più bravi, non v’è dubbio, ma il timbro era piacevole, l’interpretazione perfetta. Kundry ha esposto una voce eccezionale: Christine Goerke a mio parere non ha che sfiorato l’urlo in qualche occasione, ma mi son chiesto quante soprano sarebbero oggi in grado di offrire una prova così convincente, anche se il fisico non l’aiuta, sia sotto il profilo vocale, che per quanto riguarda i suoi movimenti in scena. Da riascoltare, anche alla Scala.  (Teatro dove non sembra che ultimamente abbiano una felice capacità di scegliere le voci).

Splendido cantante, il migliore della serata è stato Amfortas: bella figura, il sovrano del Graal; Jochen Schmekembecher merita tutti gli applausi che si è goduti ed anche qualche ovazione quando si è presentato alla ribalta, al termine dell’opera. Avrebbe potuto forse rendere maggiormente le sue non poche doti vocali, ma non si può sempre pretendere il paradiso. Gurnemanz, e Titurel sono stati all’altezza dell’impresa. Bravissimo Kwangchul Youn. Rydl ha l’età che possiede; la voce ne è una conferma ma è anche l’eroe di mille battaglie wagneriane. Bellissimo primo atto tra bianco e nero. Coloratissimo il secondo. Stilizzato il terzo.

Nel secondo atto è stata splendida la scena delle fanciulle-fiore; tutte hanno cantato bene. Nell’occasione, non potevo dimenticare che molti anni fa, tra loro, a Milano, esordiva in Italia una certa signora Montserrat Caballè. Chissà se fra loro, oggi a Torino, ne emergerà una di quel livello? Non dimentichiamo che la Caballè venne scritturata dopo che venne ascoltata, durante le prove, nell’aria dei gioielli dal Faust.

Lo spettacolo era del 2006. Federico Tiezzi, con le scene di Giulio Paolini, i costumi di Giovanna Buzzi,e grazie alle luci di Luigi Saccomandi,  ha presentato quello che definisce “il percorso dello spirito”, con una leggerezza priva di fronzoli; tagliata nella roccia; non particolarmente moderna né stilizzata, ma comprensibile, e francamente non saprei trovare parole migliori delle sue nell’affermare che è riuscito, più che in altre occasioni, con altri registi, a rendere perfettamente il rapporto tra la memoria ed il sogno. La limpidezza dello schema ha qualcosa di geometrico, ma è, a mio avviso anche qualcosa di più introspettivo: psicanalisi, sacralità e redenzione, sono rese con garbo, con classe, senza forzature.

Una frase del “bignamino” è sintesi della componente  scenica e musicale: Parsifal  è un rito che porta alla conoscenza.  Anche per me il viaggio è stato un percorso tra passato e presente ed ha sottolineato, non solo sul palcoscenico quanta nobiltà ed intelligenza ci sia nel libretto di Wagner, quanta inarrivabile bellezza ci sia nella sua musica che combatte e vince sull’ignoranza. Il vero nemico della nostra epoca. 

Maurizio Dania | Teatro Regio 26 gennaio 2011

Rating
(6/10)
User Rating
(3/5)
Media Type/Label
Technical Specifications
320 kbit/s CBR, 44.1 kHz, 557 MByte (MP3)
There are a few distortions during the Act 1 Prelude.
Remarks
Broadcast (RAI 3)
A production by Federico Tiezzi