Tristan und Isolde

Juraj Valčuha
Coro e Orchestra del Teatro Comunale di Bologna
Date/Location
24 January 2020
Teatro Comunale Bologna
Recording Type
  live   studio
  live compilation   live and studio
Cast
Tristan Stefan Vinke
Isolde Ann Petersen
Brangäne Ekaterina Gubanova
Kurwenal Martin Gantner
König Marke Albert Dohmen
Melot Tommaso Caramia
Ein junger Seemann Klodjan Kaçani
Ein Hirt Klodjan Kaçani
Steuermann Tommaso Caramia
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giornaledellamusica.it

Se un’inaugurazione di stagione è un evento, quella dello scorso venerdì al Teatro Comunale di Bologna lo è stata in modo particolare, con un’opera imponente, un direttore di lusso e un allestimento scenico prezioso, tenuta a battesimo dal generoso mecenate cittadino Marino Golinelli.
In Tristan und Isolde vi è un’oggettiva minima necessità di azione rispetto alla prolissa scrittura wagneriana: se la regia non può davvero raccontarla, è però un’opera in cui la narrazione è tutta nella musica; e nella lettura superlativa di Juraj Valčuha, che rende l’Orchestra del Teatro Comunale la protagonista indiscussa di questa produzione, essa vive di ampi respiri, di sottili letture dinamiche, di vivaci interpretazioni agogiche. Il livello del cast è alto, con Ann Peterson (risoluta Isolde) e Stefan Vinke (Tristan, il quale però a tratti dà segni di stanchezza vocale) che commuovono. Notevoli il Kurvenal di Martin Gantner e la Brangäne di Ekaterina Gubanova, anche se, tra tutti, spicca il basso dai raffinatissimi mezzi espressivi Albert Dohmen, un Re Marke controllato e ieratico.
Memorabile è l’allestimento di Ralf Pleger con le scene di Alexander Polzin: il regista cerca l’opposto dell’ostentazione di realismo attoriale, mettendo invece in atto un trionfo della scenotecnica. I suoi personaggi sono dettagli di tre distinti mondi onirici e surreali: acquatico, conchiuso quello del primo atto, lunare, extraterrestre il terzo, mentre l’incontro d’amore clandestino che domina il secondo atto è avvolto in un intrico di ramificazioni tentacolari antropomorfe che si dilatano nello spazio. È un’imponente scultura palpitante che amplifica esponenzialmente gli stati emotivi degli amanti wagneriani e ribadisce un invito che il compositore reitera più volte nel suo libretto: amare incondizionatamente e concedersi il completo abbandono all’altro, fidandosi di essere riamati. Pleger ha la capacità di suggestionare lo spettatore con visioni psichedeliche che realizzano quella che per i protagonisti è una trasfigurazione: solo nell’amore infatti raggiungono un’altrimenti mai esperita consapevolezza di sé.
Valentina Anzani | 27 GENNAIO 2020

Rating
(5/10)
User Rating
(3/5)
Media Type/Label
Technical Specifications
256 kbit/s CBR, 44.1 kHz, 438 MByte (MP3)
Remarks
Broadcast (RAI 3)
A production by Ralf Pleger (premiere)