Der fliegende Holländer

James Conlon
Coro Maghini, Coro Filarmonico Slovacco
Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI
Date/Location
26 May 2018
Auditorium “Toscanini” Torino
Recording Type
  live   studio
  live compilation   live and studio
Cast
Daland Kristinn Sigmundsson
Senta Amber Wagner
Erik Rodrick Dixon
Mary Sarah Murphy
Der Steuermann Dalands Matthew Plenk
Der Holländer Tómas Tómasson
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Fresco dell’onorificenza di Commendatore della Repubblica Italiana, James Conlon ha scelto il Wagner operistico per il suo ultimo impegno della stagione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. L’esecuzione in forma di concerto di titoli operistici è una prassi storica per la formazione della televisione nazionale e, dopo il Ring presentato ormai una ventina di anni fa, la scelta dell’“Olandese volante” si è mostrata particolarmente apprezzata dal pubblico torinese. Già decenni or sono Massimo Mila notava come gli ascoltatori wagneriani costituissero un terzo genus nel variegato panorama degli appassionati del melodramma e della sinfonica. Forse oggi le cose sono un po’ cambiate ma ha fatto comunque piacere notare l’altra sera, all’Auditorium “Toscanini”, la presenza di non pochi giovani. La crisi di pubblico, che molte istituzioni musicali lamentano nel nostro Paese, è probabilmente (e ci auguriamo che sia veramente così) l’indice di un mutamento generazionale.

L’“Olandese”, nonostante la sua vocazione fortemente figurativa ed evocativa, si presta bene anche ad una proposta in sede concertistica. I caratteristici elementi di rottura del teatro wagneriano (sintetizzabili nel concetto di un “teatro totale”) convivono qui con elementi ancora tradizionali derivati dal melodramma romantico. D’altronde quando mise mano al lavoro, Wagner non aveva trent’anni (la prima fu a Dresda nel 1843) e viveva ancora quegli entusiasmi tipicamente romantici che, nel caos politico europeo del 1848, lo avrebbero portato sulle barricate al fianco di Bakunin. La ballata dell’Olandese volante (rivisitazione della leggenda dell’ebreo errante) si accordava perfettamente con le vicende biografiche e con la sensibilità del compositore. La sua recente avventurosa fuga da Riga (dove Wagner ricopriva l’incarico di Kapellmeister) verso Londra e poi Parigi e le suggestioni dell’audace traversata in mare furono elementi che suggerirono a Wagner idee musicali da inserire in una nuova “opera romantica in tre atti”. Le “Memorie del signor di Schnabelewopski” furono il testo dal quale il musicista partì per la stesura del libretto.

James Conlon ha una confidenza di lunga data con la partitura: in circa quarant’anni ha diretto in Europa e negli Stati Uniti oltre trentacinque edizioni dell’Olandese, sia in versione scenica che in quella “oratoriale”. La direzione di Conlon è stata sfavillante e capace di evidenziare perfettamente tutta la tensione verso quell’idea di amore femminile come viatico di redenzione che sarà uno dei temi centrali del teatro wagneriano. L’orchestra si è mostrata precisa e pienamente coinvolta nel dramma e ha suonato magnificamente.

Non meno eccelsa la prova del cast vocale a cominciare dal protagonista Tómas Tómasson la cui voce, appassionata e veemente, ci è parsa incarnare perfettamente, in modo rabbioso oltre che più strettamente drammatico, l’indeterminatezza esistenziale dell’Olandese, condannato a vivere in un’eterna peregrinazione sui mari. Amber Wagner ha tutte le carte in regola per essere definita come autentico soprano wagneriano: l’intensità negli accenti stentorei e una mirabile omogeneità e pienezza nell’intero arco della tessitura. Nella grande Ballata del secondo atto, cuore generatore dell’intera opera, il soprano americano, particolarmente gradita dagli ascoltatori, è stata irreprensibile nell’alternare espressioni liriche e rapite con altre più impetuose ed esaltate.

Cantante di grande esperienza, il basso Kristinn Sigmundsson, oltre alla sopraffina linea musicale, ha felicemente espresso il lato buffamente veniale di Daland. Ben disimpegnato anche Rodrick Dixon ad interpretare Erik. Il tenore ha mostrato una voce che oltre ad essere squillante ed estesa possedeva un efficace slancio drammatico. Le ben rifinite voci di Sarah Murphy (Mary) e Matthew Plenk (il timoniere) hanno completato egregiamente il cast vocale. Il Coro Filarmonico Slovacco, con il maestro Josef Chabroň, si è mostrato all’altezza di un’opera come l’“Olandese” nella quale proprio al coro sono riservati momenti di particolare forza drammatica (come nel terzo atto). Al termine caldo entusiasmo da parte del pubblico.

Lodovico Buscatti | 03 June 2018

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(6/10)
User Rating
(3/5)
Media Type/Label
PO
Technical Specifications
320 kbit/s CBR, 32.0 kHz, 334 MByte (MP3)
Remarks
Broadcast (RAI 3) of a concert performance